21 aprile 2013

Il fosso delle Fogare

Partiamo da circa metà escursione...
Io e Gambero siamo a Cà del Piano che stiamo cercando l'imbocco giusto per scendere lungo il sentiero delle Fogare. Guarda su un sentiero... nulla. Guarda sull'altro... nemmeno. Guarda in quello dopo e imboccando il sentiero siamo in un pascolo privo di vegetazione. L'erba verde smeraldo punteggiata da margherite. Quando ad un tratto sbuca un uomo con zaino e accento della parlata tipicamente fiorentina. "Salve giovani... o che voi fate qua con queste biciclette?". Comincia così una bellissima e comica chiacchierata che ci terrà fermi una buona quindicina di minuti.
Quest uomo, di cui non mi ricordo già più il nome, è nato proprio alle Fogare ed ora vive a Scandicci. Ha 77 anni, ma ha la verve di un quindicenne. Ci parla di questi luoghi ameni, di Cà del Piano, il Cigno, Le Fogare, Pian delle Fagge, Vallombrosa. Ci parla di come era difficile stare in quei tempi in queste valli. Ci racconta però quanto gli mancano questi luoghi e quanto ancora gli trasmettono. Ha sullo zaino tre rami che ha intagliato da alcuni cornioli per farci dei validi bastoni per andare a passeggio. Uno è molto bello e si vanta che ci farà una testa di un qualche animale. Ci mostra anche le sue mani, piene di tagli e rughe. Un taglio se lo è procurato a casa proprio lavorando uno di quei rami. Le sue mani sono dal mio punto di vista la carta d'identità di questo uomo. E con quelle mani ci indica la strada giusta da seguire. Non è stato il mio GPS. Nemmeno una cartina. Ma una mano semplice che per diletto intaglia il legno.

E' sabato e comincio a pensare cosa fare domenica e dove andare soprattutto. E' da un tot che vorrei fare un sentiero che costeggia il Fosso delle Fogare e nonostante i vari siti meteo mettano acqua, io non ci dò molta importanza e decido che il giorno per affrontare questa escursione è arrivata.
Un giro di chiamate e l'unico ad accettare la mia proposta è Gambero. Mi dice che arriverà a Palazzuolo sul Senio non prima delle 9.30 in quanto deve "fare la notte": Gambero lavora nei pompieri ed è soprattutto, al di là della bravura in MTB, un grandissimo alpinista!

1 aprile 2013

Cascata dell'Abbraccio, Lagune e Ciriegiolo


Marzo 2013 verrà da molti ricordato per la quantità industriale di pioggia che si è abbattuta non solo nelle nostre zone, ma in pratica in tutta Italia.
Ci sono frane ovunque, anche se di modesta entità e per chi ha dei lavori il cui reddito prescinde da ciò che ti da la terra, è davvero difficile poter operare in condizioni del genere. 
 Ma se da una parte l'acqua quando cade così copiosamente comincia a diventare un problema, dall'altra però è un elemento prezioso che invigorisce le piante, la fauna acquatica e i nostri fiumi. Già... i nostri fiumi! Autostrade di vita. Troppo spesso ci scordiamo di queste importanti arterie che hanno segnato i nostri territori nel bene e nel male. Fiumi che danno la vita e il modo di nutrirsi a numerosi animali. Fiumi in cui attingiamo sia per usi alimentari che domestici l'acqua. Fiumi che avveleniamo. Fiumi disidratati per dare energia a piante che dovrebbero stare mille mila miglie lontani da noi.
Troppo spesso ce ne scordiamo e troppo spesso guardiamo la pioggia come un di più in tante occasioni, invece è la vera corrente, la vera energia che alimenta in gran parte il nostro pianeta.