29 ottobre 2011

Faentina Express


E' domenica e piove. Le previsioni meteo non danno nulla di buono nemmeno per domani, anzi. Sembra imminente l'arrivo di una nuova perturbazione molto fredda che porterà della neve. E' tutta settimana che sono (quasi) a riposo in quanto ho un problema alla schiena e non sono nemmeno riuscito ad andare una volta ne in bici e nemmeno a piedi.

Guardo fuori dalla finestra e l'alone che con il mio respiro formo sul vetro mi da l'idea che siamo più in fase autunnale che in primavera. Già, l'autunno. L'autunno è un momento glorioso per le piante: vanno in stasi e lasciano dietro di sé colori e ancora colori. Il periodo più variegato dell'anno che annuncia l'imminente arrivo dell'inverno e della dama bianca. Chissà perchè se penso all'autunno mi viene in mente la Faentina Express, un giro che facemmo io e Marco a fine ottobre del 2011 nella zona del Mugello. Un giro che mi rimarrà nel cuore dalla prima all'ultima pedalata...

Siamo a fine del 2011 e noi della Vala Lamone MTB abbiamo fatto una stagione molto piena a livello di giri ed escursioni, come i Sibillini che tanto ci sono piaciuti o la Transalp che facemmo io, Marco e altri tre ragazzi (Anny, Stex ed Enrico). Ottobre è uno dei periodi migliori per farsi un vero e proprio "giro dei colori" e almeno in questo momento dell'anno non voglio di certo perderlo.
Una sera guardo in rete questo bel documento sulla stazione di Fornello: era una piccolissima stazione sulla tratta ferroviaria faentina, adibita per di più al carico di materiali quali sassi (per la ferrovia), legname e castagne. Insomma, un vero e proprio scalo per andare a lavorare di altri tempi. Tempi che hanno però decretato nel lungo andare la sua morte. Oggi Fornello è una stazione dismessa, ma non dismessa dal punto di vista storico-culturale.
Marco mi chiama il venerdì e mi dice cosa fare e io gli propongo di andare in treno con le biciclette sino a Ronta. Destinazione da Ronta, la stazione dismessa di Fornello. Marco acconsente, l'avventura può cominciare.
Sono le 7.30 a Brisighella e l'aria è fresca. Marco entra in stazione a Brisighella quando già si sentono andar giù le sbarre poco lontano. Sta arrivando il treno.

La stazione di Brisighella

E' da tanto che non mi godo il treno e francamente mi sembra tutt'un tratto essere tornati come ai tempi delle scuole superiori, quando prendevamo tutti i giorni il treno per andare a scuola a Faenza.

Marco sul treno

Arriviamo a Ronta quando il sole comincia a fare capolino su questa deliziosa frazione del comune di Borgo San Lorenzo. L'aria è frizzante e come spesso accade la linea della nebbia si attesta poco sotto il paesino coprendo tutta la vallata del Mugello.

Ronta in penombra

Un caffè, riempiamo d'acqua le sacche idriche e via. Saliamo dalla strada detta "la Panoramica", una bella strada a volte ghiaiata e a volte asfaltata per l'appunto molto panoramica che costeggia "i piedi" dei crinaletti che si staccano dalla cresta appenninica tra la Colla di Casaglia e il Passo del Muraglione. La vista è magnifica ed ora che il sole si è alzato la temperatura è gradevole.

Marco e alle spalle la vallata del Mugello

Ad una villa rimaniamo di stucco nel vedere come le foglie di questi tigli possono raggiungere dei colori così accesi.

Tiglio in technicolor

Dopo qualche km arriviamo al borgo di Gattaia, con i suoi quadri che appesi sui muri esterni adornano le case. Una chicca meravigliosa.

Quadri a Gattaia

Scendiamo sino a Molezzano e andiamo a prendere la strada forestale con segnalazione CAI 28 che
ci dovrebbe condurre sul crinale spartiacque tosco-romagnolo. L'atmosfera è irreale anche perchè scendendo siamo avvolti dalla nebbia che lascia spazio al sole formando figure "mistiche".

Cedro in controluce

Fuori dalla nebbia un bel viale di cipressi ci invita a spingere sui pedali, in quanto la strada è quella giusta.

Marco lillipuziano

Continuiamo a salire quando cominciamo ad addentrarci in un bosco ceduo di castagni e di querce. Comincia lo spettacolo. Comincia la magia che solo l'autunno ci sa regalare. Comincia quel gioco di colori che tutti conoscono e che ci continua ad emozionare anno per anno.

Tra castagni e querce

Arriviamo sul Monte Verruca e nei pressi di un tratto spoglio da vegetazione ci si apre uno spettacolo poderoso: la vista dal Falterona sino al Pratomagno, con il Mugello ancora avvolto dalla nebbia e quel tripudio di colori che infiammano il bosco antistante.

Da Monte Verruca

Ma dobbiamo ancora salire. Faticosamente.

La bici è sudore e fatica

Ci lasciamo alle spalle il bel complesso arenaceo delle Scalette.

Il complesso delle Scalette

E arriviamo così sul crinale chiamato anche 00 ammirando tutto ciò che lo circonda. Oramai la nebbia nel fondovalle si è dissolta totalmente.

Guardando dallo 00 il Mugello

Dopo un breve break in cui mangiamo e beviamo qualcosa, ripartiamo in direzione Colla di Casaglia. Una piccola deviazione al rifugio Castellina ci fa rifiatare nuovamente.

Il rifugio Castellina

Il sentiero di crinale è molto faticoso: ripetuti strappi e discese infide dovute al fattore umidità rendono il proseguimento molto arduo. Ma usciti dalla vegetazione, ecco a noi quello che in genere definiamo un balcone naturale: La Giogana. Una lunga radura dove spesso si possono incontrare cavalli allo stato brado e poter rilassare la mente guardando gli orizzonti che si distendono a dx verso la vallata del Lamone e a sx verso il Mugello.

Marco tra i prati della Giogana


Dalla Giogana guardando vero la Colla di Casaglia

Il bosco attorno a noi è coloratissimo. Nemmeno Picasso riuscirebbe a tirare fuori così tanti colori dalla sua tavolozza. Il bosco è nell'esaltazione massima!

Colori

Arriviamo così ad una deviazione che  a sx ci porterebbe alla vecchia borgata delle le Casette  e a seguire ci dovrebbe condurre alla stazione di Fornello. Così giriamo a sx e cominciamo a scendere.

Scendendo verso le Casette

Arriviamo a questa bellissima borgata che è le Casette.

Le Casette
Da qui comincia la parte meno conosciuta del giro. Tracce sia su mappe che su internet non ne abbiamo trovate molte, ma qualcosina almeno abbiamo trovato. Non ci sono info su persone che l'abbiano fatto o meno. Insomma, potremmo trovarlo come no, come potremmo prendere una "sòla" proprio nel tratto finale del giro. Così cominciamo ad individuare l'imbocco del sentiero che non troviamo. Scendiamo nel greto del fiume Muccione, ma ancora niente. Risaliamo, guardiamo attorno ma nulla. Non c'è... Quando sono oramai affranto nel non trovarlo, Marco mi chiama e mi dice che forse ha trovato un sentiero. Proviamo dice lui. E questa volta abbiamo la meglio. Un sentiero in buona parte su selciato, sporco e con qualche albero a terra, ma splendido, unico ed emozionante. Cascate, guadi, ancora cascate e ancora guadi sul torrente Muccione.

Cascata sul torrente Muccione

Nei pressi di un tratto del sentiero udiamo un forte rumore. E' un treno! Siamo proprio sopra alla tratta ferroviaria faentina! Andiamo avanti e di fatti ci appare la ferrovia in un tratto tra due gallerie.

La tratta ferroviaria Faenza-Firenze

Andiamo ancora avanti quando vediamo un tunnel e poco avanti la ferrovia faentina: questo tunnel ai tempi serviva come zona di scambio tra i treni. Il primo entrava all'interno del tunnel e l'altro passava avanti.

Tunnel di scambio

Arriviamo sulla ferrovia e la costeggiamo. Siamo a Fornello!

Fornello

Da qui riprendiamo a scendere il sentiero che almeno qui è meglio manutentato. Costeggiamo più volte la ferrovia e i grandi ponti che la sorreggono.

Ponte ferroviario

Qualche tratto impegnativo ci costringe a tenere un occhio più che aperto anche nel tratto conclusivo.

Marco impegnato in un passaggio

Arriviamo così a Gattaia. Caviamo le protezioni e ci diamo un cinque in segno di approvazione: che sentiero splendido! Riprendiamo così la strada "la Panoramica" a ritroso. Sta scendendo il buio e quando arriviamo a Ronta le prime luci accese ci fanno capire che è ora di tornare a prendere il treno.

Ronta di sera

Saliamo sul treno. Chiudo gli occhi. D'un tratto sento che il treno frena bruscamente. Ma come? Siamo arrivati già a Brisighella? Siamo così cotti che il viaggio sul treno nemmeno lo abbiamo vissuto più di tanto al ritorno.

In treno verso casa

Scendiamo e Marco mi batte sulle spalle come segno di soddisfazione.
La giornata si è conclusa. Vado a casa, mangio e scivolo via nel letto.
Riapro gli occhi e sono davanti alla finestra di casa mia. L'alone si sta riducendo, ma la pioggia non riduce la sua insistenza nel cadere.
Che sia stato solo un sogno? Che sia stato frutto della mia immaginazione tutto ciò?
No, assolutamente no! Tutto vero! Tutto reale! La Faentina Express esiste per davvero!

Faentina Express... un giro a colori!





By Teddy