17 marzo 2013

Il Cul. della Rosona

"Ciao Teddy sono Minx, domani allora dici che si fa il Cul. della Rosona, no perchè è dall'estinzione dei mammut che non vado in bici." "Tranquillo Ste.... vedrai che domani non prendiamo nemmeno un rigolo di fango! Stai tranquillo!!!". Chissà perchè quando uno dice tranquillo dentro alla sua testa sa che non sarà così...
E' tutta settimana che almeno ogni giornata una bagnatina l'ha sempre fatta. Di acqua ce ne è in abbondanza in ogni dove e in alto addirittura c'è neve. L'ultima "innaffiatina" l'ha fatta venerdì mattina e trovare un sentiero degno di nota da poter raidare non è facile in queste condizioni. L'unico sentiero che in mente mi vien da avvicinare alla parola "fattibile", è un sentiero che per noi della Val Lamone MTB significa tanto: il Cul. della Rosona. Questo lo si può definire in diversi modi: panoramico, trialistico, pedalato, sempre asciutto. Lo inaugurammo un anno e mezzo fa in versione beta, ovvero ancora non come sarebbe poi divenuto. Inoltre è un secret spot: ahimè poco distante dal sentiero passano numerosi enduristi su svariate strade e per preservare questo sentiero abbiamo deciso sia di non parlarne con molte persone, sia di non pubblicarne una sua traccia per l'uso con il GPS. A mali estremi, estremi rimedi... mi spiace solo non poterlo pubblicizzare come merita di esserlo, solo e sempre per causa di qualche imbecille. Inoltre chi ci ha indicato questo sentiero è proprio il proprietario che è un endurista e che ci ha espressamente detto di non enfatizzarlo proprio per non portarlo alla luce di altri enduristi!!!! Il colmo!
Come Minx mette giù il telefono sia Palì che Enea (uno dei ragazzini che esce con noi) mi chiamano per dirmi che anche loro domani ci saranno. Roberto mi chiama e mi dice che ci sarà, ma all'indomani la sveglia non suona e ci dice di andare.
Partiamo come sempre dal forno alle 7.30 circa e ci dirigiamo con passo da stradisti verso San Eufemia dove aspettiamo che arrivi Minx. Dopo poco eccolo che arriva con il suo furgoncino. Oggi lo vedo felice: quando è un tot che sei in astinenza è normale che sei gasato come un bambino e in più vedo che lo è ancor di più perché vuole fare un bel giretto in compagnia.
Partiamo e andiamo a prendere la salita di Monte Rigonzano, che all'inizio è in asfalto, poi dopo un km diventa sterrata. E' una salita dolce sino a qui. Le temperature sono fresche ma a salire è solo che un bene.

Salendo verso Monte Rigonzano: si nota la vetta di Monte Colombo in alto a dx
Ad un certo punto giriamo a dx su Via Capanna dove cominciano una serie di tratti cementati molto duri, prima di tornare su una ghiaiata che ci conduce sino a Cà Paventa.

La dura Via Capanna

Per ora poco fango, anzi nulla. Ma dobbiamo ri-girare a dx su una carrareccia in forte salita e su un fondo di terra. Il fondo è veramente al limite e solo io ed Enea la riusciamo a fare tutta in sella, ma più per fortuna che per altro. Oltremodo si vedono i passaggi di mezzi fuoristrada che hanno rovinato il fondo. Uffa... ad un certo punto però spiana e si aprono le finestre verso la vallata del Lamone, in cui si può ammirare la linea della neve che in questi giorni è scesa sulla fascia sopra gli 800 m: vedere questo manto sui crinali di Gamogna, I Faldi, La Giogana e tutto il complesso dell'Archetta è a dir poco favoloso.

Guardando la vallata del Lamone dal Casalino

Mi volto un attimo e vedo in mezzo a un prato un albero in fiore. E' un mandorlo, i primi a fiorire durante l'anno. Che stia arrivando la primavera?

Mandorlo in fiore

Ad un certo punto prendiamo un sentierino in modo da andare ad intercettar la parte finale del CAI 507. Quì il fango comincia ad essere sempre più invadente e non so perché le orecchie cominciano a fischiarmi. Ora da Monte Casalino puntiamo direttamente Monte del Tesoro per un traverso che ci costringerà a spingere le bici perché non si va avanti. Passiamo sopra un ex-prato per pulire un pochetto le gomme.

Piane di Boesimo

Continuiamo a salire sulla carraia, ma il fango qui è davvero notevole e si fa fatica a pedalare. Inoltre vediamo scendere due 4x4 che belamente ci rovinano ancor di più il fondo. E' un ecatombe: Marco ed Enea non riescono più a cambiare e le bici hanno raggiunto un peso equiparabile ad una moto da trial. Spingiamo faticosamente lungo gli ultimi strappi di Monte del Tesoro e arriviamo in cima.


Salendo verso Monte del Tesoro

In cima arrivo per primo. Mi metto a sedere e mi vedo circondato da Minx, Palì ed Enea. Un brivido mi attraversa il corpo guardando i lori occhi pulsanti di sangue. Ho paura... che sia la mia fine? Minx mi mostra la sua bici (nuova!) ed esclama verso di me "Siamo arrivati sin qui Teddy, mi avevi detto che non avremmo preso fango quando ho una bici che oramai la devo mettere a lavare ad un autolavaggio, sai che odio spingere e mi fai spingere! O il Cul. della Rosona è asciutto o altrimenti ti ficco quelle ruote da 29" tra capo e collo! Hai capito!!!!!". Non sta scherzando e sono francamente in svantaggio su tutto: sono troppi, sono troppo veloci e pedalano più di me. In poche parole sono nella merda. Devo solo sperare che il sentiero sia in buone condizioni.
Vabbè... gli dico di mettersi le protezioni e cominciamo a scendere sulla Rosona. Subito è scivolosetto, ma poi è da sballo! Terreno sempre gripposissimo e mai con un rigolo di fango! Una goduria.

Il sentiero del Cul. della Rosona

Andiamo verso il tratto nuovo che abbiamo aperto io e Marco, in cui c'è un mix di scaloni e parti fluide tutte completante panoramiche. Sino ad arrivare ad un giga ripidone in cui ci mettiamo in tre a farci da sicura! Palula! Ma in un modo o in un altro lo riusciamo a fare.

Enea sul ripidone

Marco sul ripidone

Il sentiero alterna tratti filanti tutti su roccia.

Enea nella parte fluida del sentiero

Tratti trialistici con numerosi passaggi da fare rigorosamente in nose-press.

Minx in nose

Palì in nose

A tratti esposti e con svariati scaloni in contropendenza.

Verso la parte finale del CdR

Ma una cosa accomuna questo sentiero. La panoramicità che spazia da San Cassiano sino all'alto appennino marradese.

Panorami sulla vallata

Ad un certo punto Marco ci abbandona perché deve salire a mangiare a Croce Daniele: gli attendono ancora 9 km in forte salita una volta che è arrivato a San Cassiano!
Noi scendiamo con molta tranquillità verso la fine del sentiero anche perché a me comincia a riacutizzarsi un dolore alla schiena e a Minx in un passaggio gli si è girato un dito.
Arriviamo così alla strada asfaltata. Un breve tratto e siamo al furgoncino di Minx.

Minx al suo camioncino

Si avvicina e già mi paro la testa. Aiuto! Invece... "Sono contento come un bambino Teddy! Il Cul. della Rosona è da urlo! A parte il fango ho tenuto anche di gambe! Grazie mille!!!" dentro di me dico che avrà sbattuto la testa. Anche Enea mi dice ce si è divertito un mondo.
Minx carica la bici, ci saluta e parte. E' un arrivederci dice lui. Io spero prestissimo!
Intanto con Enea facciamo gli ultimi km sino a casa. Lo saluto e giro verso casa mia.
Ho mal di schiena ma sono felice come un bambino anch'io. Il Cul. della Rosona è semplicemente fantastico. Averlo qui vicino è una bella fortuna per noi e non vedo l'ora di rifarlo presto. Ma soprattutto non vedo l'ora di ritornarci in compagnia perché un sentiero è bello, ma in compagnia diventa splendido!


PS

Sicuramente vi sareste chiesti perché si chiama Cul. della Rosona?
Poco lontano dal sentiero viveva in una casa una signora chiamata Rosa. Rosona per gli amici. Oggi Rosona non c'è più. Rosona era un azdora romagnola, con fianchi larghi e pronunciati. Una signora di campagna che amava passeggiare lungo i suoi sentieri che aveva dietro casa.
Chi vede questo sasso può darsi che ci trovi una goliardata subito, ma a me che ci vengo tante volte su questo sentiero mi ricorda che le donne come queste sono state i pilastri della famiglia. Pilastri difficilmente affossabili in cui almeno io vedo ancora un amore materno...

CdR
Qui potete vedere il video on board di Minx.


By Teddy